La storia dell’ “Educandato Gesù e Maria” ha inizio quando il 2 febbraio del 1836 un nobile termolese Policarpo Manes, lascia attraverso testamento, una cospicua somma di denaro per la costruzione di un orfanotrofio. I lavori cominceranno qualche anno più tardi, precisamente nel 1855 sotto l’episcopato di Monsignor Vincenzo Bisceglia, e tra vicende e difficoltà verranno portati a termine dopo circa un trentennio. In un’altra relazione del 1884 sempre redatta dallo stesso vescovo, è possibile rilevare che l’edificio pur se in gran parte fu edificato ex novo, inglobava una struttura già esistente, probabilmente quella più a nord prospiciente la piazza Bisceglie. “...merita benanche una speciale menzione l’edificio dell’orfanotrofio, il quale fa meraviglia ai forestieri che vengono a curiosarlo. esso pure quasi tutto edificato dalle fondamenta, col maggior prospetto lungo un duecento palmi sulla riviera del mare per l’altezza di sessanta palmi tagliati a piombo sul livello delle acque marine, guarda l’oriente isolato e libero d’ogni soggezione, di aria purissima, gode di vedute incantevoli. E’ a tre piani ripartiti e ordinati con tale avvedutezza che già serve per il ricovero delle orfanelle e può fondarvisi pure un comodo educandato in piena regola per le giovinette di famiglie civili.”
Nel 1879 da una relazione dello stesso vescovo apprendiamo che: “ ...mancano a terminare che i soli pavimenti e le così dette bocche d’opera, che pure saranno tra pochi mesi impiantate.” Con una solenne cerimonia inaugurale il 26 luglio del 1881 l’edificio ormai completato viene affidato al servizio delle Suore della Carità. Prima come orfanotrofio, poi come educandato e in futuro come edificio ospitante i servizi Caritas, la struttura ha avuto, da sempre, una particolare vocazione all’accoglienza.
Forse la sua stessa collocazione ha favorito e raccontato, alle varie generazioni, tale vocazione.
Il “Gesù e Maria” è prominente sul mare!
La casa è innestata sulle mura del Borgo Antico di Termoli e guarda, come la
Cattedrale, l’est, il sorgere del sole.
La piazza accanto, oggi piazza Bisceglie, è il luogo – come racconta la
tradizione – dove le donne in attesa dei loro uomini di mare si affacciavano,
al tramonto e soprattutto durante i fortunali, per attendere con preghiera e
speranza il ritorno a casa di mariti e figli.
L’immensa libertà del mare e il colore del sole del mattino continuano, oggi,
a dare forza alla vocazione accogliente del “Gesù e Maria” e di tutti coloro
che all’interno vi operano.
Alla fine del primo conflitto mondiale l’orfanotrofio fu adibito ad istituto
magistrale e successivamente a scuola media.
La notte tra il 2 e il 3 ottobre del 1943 in piena seconda guerra mondiale, a
Termoli sbarcarono le truppe della Royal Army, sotto il comando del
Generale Montgomery. Il “Gesù e Maria” fu pacificamente occupato dalle
truppe da sbarco inglesi e adibito a centro di pronto soccorso per feriti
militari e civili.
E, così, ancora una volta, da dovunque si arrivi a tutti la casa offre
accoglienza!
Alla fine del conflitto ripresero le attività pedagogiche e religiose, fu richiesta
l’autorizzazione all’apertura del Ginnasio che comportò l’ampliamento del
nucleo originario, che ormai non rispondeva più alle sempre maggiori
esigenze di spazio che le nuove destinazioni richiedevano, così furono
realizzati nel corso dell’ultimo quarantennio del novecento, ampliamenti non
sempre razionali, prima con il completamento della parte sud e poi con la
costruzione dell’ultimo piano.
Ben presto, con il progressivo esodo della popolazione residente verso la
“città nuova” che cresceva fuori dalle mura del centro storico e con
l’apertura di molte strutture scolastiche, l’edificio perse gran parte della sua
funzione, svuotandosi progressivamente.
Negli anni ’80-’90 fu sede di un liceo linguistico parificato e fino alla fine
degli anni ’90 di una piccola sezione di Scuola Materna.
Nell’anno 2000 sono cominciati i primi lavori di ristrutturazione dell’edificio
che hanno trasformato il “Gesù e Maria”, definitivamente, da “educandato” a “casa di accoglienza”.
Nell’anno 2000 sono cominciati i primi lavori di ristrutturazione dell’edificio che hanno trasformato il “Gesù e Maria”, definitivamente, da “educandato” a “casa di accoglienza”. Il progetto, realizzato solo per i livelli inferiori, già funzionante dal settembre 2003, ha previsto la realizzazione di una struttura polifunzionale, destinata prevalentemente alle persone senza fissa dimora, ai poveri della città e dei paesi limitrofi e a tutti i servizi che la Caritas Diocesana offre alla persona. La struttura si configura come luogo di incontro sociale, culturale e ricreativo, fruibile da tutti.
Sono presenti anche ambienti destinati al primo ascolto, all’accoglienza, una cappellina e una sala con circa 100 posti per convegni e riunioni che può essere messa a disposizione di coloro che lo chiedono. Nella casa sono già attivi il servizio Mensa Solidale, le docce per i senza fissa dimora e un servizio ambulatoriale, oltre ai servizi di primo ascolto ed accoglienza. La Mensa - in tutti questi anni – ha sempre rappresentato un punto molto importante dell'attività sociale svolta dalla Caritas. La vecchia sede in via Policarpo Manes nata nel 1993 era un luogo piccolo e caldo. Alcuni anni dopo e più precisamente nel 2003, a seguito della ristrutturazione dei locali dell'Istituto Gesù e Maria, è avvenuto il trasferimento alla sede attuale. Spazi più ampi con più possibilità di accoglienza. Una nuova struttura per rinnovare una vecchia vocazione: la carità.
Ogni giorno la Mensa dei Poveri offre, ogni giorno, una cinquantina di pasti a coloro che ne hanno bisogno, spesso, gli ultimi della società… Se loro si sentono ultimi, però, nella carità sono primi e come primi vengono serviti con rispetto e dignità. Quella dignità che difficilmente riescono a ritrovare nella società di tutti i giorni. La Mensa, comunque, non è solo un luogo in cui saziare un bisogno primario.
Anzi, insieme ai volontari si cerca continuamente di stabilire un rapporto più forte e duraturo con chi di rapporti ne ha persi troppi e troppe sono le sofferenze che si porta dietro.
Il rinnovo di questi ultimi mesi, che sta interessando tutti i servizi Caritas, si propone come obiettivo quello di sottolineare maggiormente l’originalità dello stile e della modalità di “fare” carità per il cristiano. Uno stile che deriva da quel comandamento nuovo che ci impone di amarci gli uni gli altri, perché Cristo ci ha amati fino al dono della vita (cfr. Gv 13, 15). Ecco, allora, il tentativo di compiere ancora un passo in avanti, facendo tesoro di quanto è accaduto in questi anni grazie a collaboratori e a volontari dal cuore d'oro. Oggi non è più solo la mensa dei poveri. Lo stesso nuovo nome: Mensa Solidale è un modo per ribadire che il povero non è senza dignità, anzi, ognuno degli ospiti deve sentirsi degno del piatto che consuma, sapendo che lo condivide con chi è altrettanto svantaggiato. Infatti, ad ognuno è chiesto di offrire un piccolo contributo, una cifra simbolica, quanto è nella loro propria disponibilità, per sentirsi parte attiva della loro re-integrazione. La Mensa Solidale apre le porte a tutti, non solo agli ultimi, ma anche a tutti quelli che vivono da soli o a coloro che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.
Tre giorni alla settimana i volontari sono impegnati anche nel servizio delle docce e del guardaroba. Gli ospiti che giungono hanno a disposizione un camerino con un box doccia igienizzato. Trovano, inoltre, un ricambio ed hanno la possibilità di lasciare un proprio indumento perché sia lavato. Un gesto di vicinanza per coloro che vivono in condizioni non agevoli. Inoltre, è in fase di ristrutturazione l’ambulatorio che permette agli utenti di avere dei consigli sulla salute ed una visita da medici volontari.
Il secondo, terzo e quarto livello andrebbero totalmente ristrutturati. L’idea progettuale è quella di realizzare una struttura di assistenza e aiuto a ogni tipo di disagio familiare. La casa di accoglienza vedrà così potenziata la sua funzione di struttura a valenza socio-educativa-riabilitativa. Si prevedono residenze collettive costituite da appartamenti minimi per emergenze abitative temporanee con diversa distribuzione interna e dotati di accessori e servizi per consentire agli occupanti una vita autonoma ed indipendente.
Naturalmente, in questo modo, l’ambito di servizio e di offerta potrà facilmente allargarsi a tutte quelle situazioni di disagio che contemplano casi di emergenza abitativa. Al primo livello, con funzione di centro diurno, aperto sia agli ospiti che agli esterni, sono state inserite le attività educative e riabilitative. Sono stati progettati gli uffici di segreteria e colloqui, uno spazio attrezzato per le esperienze sociali e culturali e di laboratorio. Altri, due spazi per attività meno impegnative pensati come spazi relax, possono essere facilmente trasformati secondo le esigenze dettate dagli utenti, con l’obiettivo di creare un ambiente rispettoso della privacy. II secondo livello è stato concepito per assolvere le funzioni di emergenza abitativa. La struttura è stata dimensionata per offrire la possibilità di dare accoglienza a varie tipologie di ospiti. Camere da letto singole, doppie e multiple e possibilità di spazi modulari per ricavare piccoli miniappartamenti. Tutte le camere hanno servizi igienici dotati di ausili per la non autosufficienza.
Sono state previste delle sale comuni con angolo cottura per dare alla struttura quel carattere familiare e rispondere al meglio alle esigenze individuali di vita e ai bisogni della famiglia. Resta sempre, comunque, la possibilità per gli ospiti che lo desiderano, di utilizzare la mensa del piano inferiore e tutti gli altri servizi offerti dalla casa. Il desiderio è trovare al più presto la disponibilità di fondi pubblici e privati per dare concretezza a questa idea progettuale. Il “Gesù e Maria” potrà, così, continuare ad accogliere…